Niente giardino né bagno se sei persona con disabilità a Verona

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Il Comune di Verona sta approntando una serie di interventi volti a riqualificare tante zone in degrado o a lungo non mai manutentate dell’area urbana.

Una di queste zone è l’ex Sporting club vicino al quartiere San Zeno e a Corso Milano, un’area di 4000 mq che è stata riconvertita a spazio per giochi e aggregazione.

Nel 2022 è stato siglato un patto di sussidiarietà tra il Comune e il comitato “Bacanal del gnoco” che se ne sarebbe occupato.
Poi con l’intervento dell’amministrazione è comparso uno sponsor privato (Banca D’asti) che ha permesso di installare le pavimentazioni anti trauma e i bagni.
Avendo noi Genitori Tosti l’occhio clinico subito ci siamo domandati chi avesse progettato e realizzato i lavori per questi bagni che, come si vede dalla foto 1 sono stati effettuati da qualcuno che non sa assolutamente che cosa sia l’accessibilità.Fotografia 1
Fotografia n° 1Abbiamo fatto notare la cosa sul profilo Facebook dell’assessore deputato che a quanto pare è responsabile di questa riqualificazione, il quale ha prontamente risposto dicendo che la foto da lui messa su Fb risale a “lavori in corso” e che i lavori finiti sono quelli che si possono osservare nella foto 2.Fotografia n 2
Fotografia n° 2Chiunque, a partire dalle persone in sedia a rotelle e a salire poi ad architetti, progettisti etc ha avuto un moto di ribrezzo: la pedana non è norma, non ha la giusta pendenza e quindi è invalicabile e poi è impossibile aprire la porta (che per le toilette per persone disabili dovrebbe essere scorrevole) ed infine rimane la grandissima barriera dei prefabbricati per cui c’è un ulteriore barriera costituita dalla cosiddetta lama della porta – chi bazzica i prefabbricati sa di che cosa stiamo parlando.
A completare la versione inaccessibile da manuale, per eccellenza, di quello che è un bagno destinato alle persone disabili è il ghiaino del suolo: non solo il ghiaino ma pure il suolo irregolare con depressioni e rigonfiamenti che è come l’anticristo per chi è in sedia a rotelle anche se motorizzata! Il ghiaino è ovunque, dall’ingresso in poi, come si può evincere dal video fatto dall’architetto e socio GT Giacomo Albertini.

Le domande si accavallano: in che modo nell’amministrazione comunale di Verona, pure con un’assessora ( e vicesindaco!) che ha la delega all’abbattimento delle barriere architettoniche e un dirigente, pure architetto, delegato al PEBA, si pianifica per abbattere le barriere e garantire l’accessibilità almeno dei luoghi pubblici?
In che modo viene coinvolta la consulta per la disabilità in questi progetti di riqualificazione?
Quali sono gli esperti con i quali questi amministratori si confrontano o chiedono consulenza?
Insomma in quale modo viene applicata la legge sui PEBA a Verona? Quanti fondi vengono stanziati e per cosa?
L’amarezza predomina. una città come Verona, che non ha nemmeno il suo edificio rappresentativo e attrattivo (l’Arena) accessibile, che continua a dimostrare il totale disinteresse per includere le persone con disabilità nei propri interventi per cui le riqualificazioni non comprendono una pianificazione/progettazione per abbattere le barriere e rendere i luoghi accessibili. L’amarezza è anche più cruda poiché chi scrive, è l’unica associazione che ha messo a punto il prototipo di bagno 4 all, presentato all’amministrazione scaligera in un evento pubblico ma mai preso in considerazione.
Fa molto pensare che questa città ospiterà le olimpiadi/paralimpiadi invernali del 2026 e, tuttora, la città e le sue infrastrutture e strutture ricettive (oltre a tutto il personale impiegato) non sono assolutamente attrezzate per accogliere le persone con disabilità.

Alessandra Corradi
coordinatrice VeronaPolis – accessibilità.

6 comments

  1. È un video che ci fa capire che non c’è collegamento alcuno con il pensiero logico ,utile il video per capire e ottimo intervento da pubblicare su gli organi di stampa

  2. Per questo intervento all’ex Sporting, quasi sicuramente gli Amministratori non hanno né coinvolto la Consulta per le disabilità né chiesto la consulenza di esperti. Almeno voglio sperarlo: quale esperto infatti avrebbe previsto il ghiaino per il transito di sedie a rotelle o un bagno con l’apertura porta non raggiungibile dalla posizione seduta? Non va bene. Spero che per il prossimo intervento si rispetti seriamente il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

  3. L’articolo è abbastanza esplicito per non lasciare dubbi sull’inadeguatezza dei lavori di riqualificazione. Queste note vengono da chi ha creduto nel cambiamento per il quale molti cittadini hanno votato. Chiediamo di essere ascoltati e di rifare i lavori. Da affiancare a questo sconveniente ripiego anche le sconcertanti “aule-container” per gli studenti del liceo artistico.

  4. Non posso che condividere le preoccupazioni dell’autrice di questo articolo aggiungendo ulteriori elementi di riflessione:
    l’autrice sottolinea giustamente l’inadeguatezza per l’eccessiva pendenza della rampa che implica l’impossibilità di un uso autonomo e in sicurezza dei servizi igienici. Del problema delle giuste pendenze ne è stato consapevole il legislatore veneto che con dgr. 1428 del 2011 fissava un primo limite del 5% (quindi una rampa di 2 metri per superare 10 cm di dislivello) derogabile solo se se ne dimostri l’impossibilità tecnica ponendo come limite successivo quello dell’8%. Ricordo a tutti che nel 2019 il Consiglio Comunale approvava all’unanimità il primo stralcio del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche dove tutti i dislivelli intercettati venivano superati con rampe non superiori al 5%. A me pare che quella rampa non sia altro che una foglia di fico non superiore ai 40/50 cm di lunghezza. Osservando il video noto che l’ingresso dell’intero complesso presenta gravi criticità non solo per chi si muove in carrozzina ma anche chi ha limitazioni nella deambulazione, condizione diffusa tra la popolazione anziana cui si vuole destinare il parco, infatti le lastre in pietra di prun presenti sono fortemente sconnesse ed erose dagli agenti atmosferici.
    Mi domando poi quali attenzioni siano state adottate riguardo la fruibilità degli spazi da parte delle persone con disabilità sensoriali? C’è da chiedersi come si possano orientare le persone cieche all’interno del parco? In fine è stata prevista una o più aree di rilassamento per ragazzi autistici?
    Chissà magari inserendo una panchina col buco si potrebbe legittimare la classificazione del parco come “inclusivo”!

  5. Bisogna trovare i canali per evitare questi errori. Ma non sono un esperto di pubblica amministrazione per dare consigli.
    Come cittadino purtroppo ho spesso trovato molte difficoltà nei miei rapporti con la pubblica amministrazione.

  6. Trovo soprattutto inaccettabile che i nostri amministratori continuino a parlare di inclusione e di partecipazione e poi queste rimangono solo parole “pubblicitarie” e la realtà è tutta un’altra cosa. E’ questo che non si può permettere!!
    Imperdonabile in una situazione di creazione di un parco (quindi non in un contesto preesistente) che si possano fare errori così grossolani… Sarebbe interessante che chi è così ben ferrato in materia come “mamma tosta”, alla prima conferenza pubblica mettesse spalle al muro chi ne è responsabile.. non mi pare ci siano giustificazioni possibili!!!

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