Riguardo alla Stella di Natale in Piazza Brà si stanno configurando due posizioni : favorevoli e contrari alla sua ricollocazione, ma credo che il tema sia un altro e cioè se è lecito che un monumento storico debba essere adibito a sostegno o a cornice di un’altra opera (d’arte?) moderna.
E’ indubbio che gran parte del successo della Stella sia dovuto alla presenza dell’Arena. Mi chiedo cosa sarebbe senza questa cornice straordinaria ridotta in questo caso a mera protesi di un’altra opera peraltro originale ma ingombrante. L’Arena è già caricata di significati e di usi più o meno propri, ma riconducibili a un limitato utilizzo nello spazio e nel tempo. La Stella invece va oltre e ne modifica la percezione quasi a suggerire che sia più importante del monumento che la sostiene.
Anche perché è quanto meno azzardato pensare che il montaggio e smontaggio di 780 quintali di acciaio due volte l’anno, per quante precauzioni si possano prendere, non possa presentare dei rischi non solo per il monumento ma anche per la sicurezza degli operatori. Ma anche la presenza stessa di questo manufatto eccezionale per due mesi in uno dei luoghi più affollati della città dovrebbe impensierire qualcuno. Il crollo del gennaio scorso è stato solo un avvertimento e per fortuna senza vittime.
Ma allora perché non provare a immaginare una collocazione diversa, una collocazione che non abbia bisogno di supporti monumentali storici, ma abbia la forza, il valore intrinseco per reggersi da sola? Una collocazione permanente che non richieda continui montaggi e rimontaggi, costosi oltre che rischiosi?
Questa secondo me è la vera sfida di una città che dovrebbe avere la capacità e l’immaginazione per creare nuovi simboli e monumenti senza gravare su quelli esistenti. Un’opera di valore dovrebbe avere in se stessa la forza espressiva senza bisogno di sfruttare il patrimonio monumentale urbano.
Alberto Ballestriero
Coordinatore Gruppo Verde
Veronapolis
Sono totalmente d’accordo con quanto sostiene Alberto: “…Questa secondo me è la vera sfida di una città che dovrebbe avere la capacità e l’immaginazione per creare nuovi simboli e monumenti senza gravare su quelli esistenti. Un’opera di valore dovrebbe avere in se stessa la forza espressiva senza bisogno di sfruttare il patrimonio monumentale urbano.”
Ci provo. E se la lunga coda invece di finire sui gradoni dell’Arena fosse invece sorretta da una struttura nei pressi della fontana? La piazza continuerebbe a goderne l’immagine mentre il monumento storico non ne verrebbe coinvolto.
Pienamente d’accordo, trovare subito un luogo adatto a ospitare questa stella che non va più a mio giudizio collocata in piazza Bra. Tra parentesi una stella dovrebbe puntare verso il cielo e non finire la sua traiettoria sul selciato, per me anche simbolicamente questo progetto è sempre stato sbagliato.
D’accordissimo con quel che bene esprime Alberto. Claudia Berton
Storie.
L’originalità dell’opera, sta proprio nell’idea del movimento collegata alla cometa.
Una Cometa che partendo dal passato (Verona romana e I° secolo, quindi 1° Natale) arriva fino ai giorni nostri, nella nostra piazza centrale, per proseguire oltre negli anni futuri: questa è l’idea da difendere e portare avanti.
Caso mai si potrebbe rivedere il progetto iniziale, facendo partire la coda da un piedistallo appoggiato alla parete esterna dell’arena.
Storie.
L’originalità dell’opera, sta proprio nell’idea del movimento collegata alla cometa.
Una Cometa che partendo dal passato (Verona romana e I° secolo, quindi 1° Natale) arriva fino ai giorni nostri, nella nostra piazza centrale, per proseguire oltre negli anni futuri: questa è l’idea da difendere e portare avanti.
Forse si potrebbe rivedere il progetto iniziale, facendo partire la coda da un piedistallo appoggiato alla parete esterna dell’Arena.
Secondo il sig. Bocchi allora basta avere l’idea originale della cometa come quella realizzata per l’Arena per rendere lecito l’ inserimento della stella sul monumento. E se questo principio viene accettato per l’Arena perché non applicarlo anche alle chiese, ai palazzi, ai castelli? E’ questo che vogliamo per i nostri monumenti? Che diventino dei supporti di manufatti ?
Niente è più bello di quel che piace, niente è più solido, innocuo, innocente di quello che assurge al livello del mito. Mito per mito: Berto Barbarani. Se qualcuno ci restituisse finalmente il suo archivio, sarei più tranquilla nel dirvi che Barbarani non avrebbe perso l’occasione per punzecchiare la stella. Barbarani, ebbene sì, non era particolarmente affascinato dall’Arena, e soprattutto quando indossava la veste del giornalista, non si esimeva dal canzonare più o meno bonariamente il suo “riuso”, la sua trasformazione in luogo di spettacolo. Il 21 giugno del 1914, scrisse sul “Gazzettino” di come si stesse preparando, in Arena, l’allestimento scenico dell’Agamennone di Eschilo. “Na onta na ponta” : così si potrebbe riassumere questo suo spassosissimo articolo, che si concludeva con uno pseudo omaggio ossimorico all’opera greca, allestita su gradini romani. Riproduco solo l’abbrivio: ” Verona, e la rappresentanza sua monumentale più valida e più solida, che è l’Anfiteatro dell’Arena, la nostra massima espressione di intellettualità, non fosse altro perché capace di cinquantamila persone in un colpo solo, s’apparecchia alla nuova ospitalità artistica. Non soltanto gli inglesi, i tedeschi, gli americani danno il loro consenso ammirativo all’insieme, ed i loro garretti da treni di lusso alla nostra gradinata alpina, ma anche i più celebri antichi si muovono verso questo novello albergo di canto e di epopea. L’anno scorso abbiamo avuto i ‘faraoni’. Quest’anno i greci…”. Cfr. E. SANTI (a cura di), B. Barbarani giornalista de Il Gazzettino, 1902-1915, Ronco all’Adige, 2022, pp. 459-461. I ‘Faraoni’ stavano all’Aida come la stella ai presepi: entrambi inadatti?
Difficile avere una soluzione creativa e soddisfacente con il materiale umano a disposizione. La soluzione trovata (non certo con tempi distesi etc) è poi ecostenibile? Nessuno si domanda se da un punto di vista luminoso inquina? Verona avrebbe bisogno di poesia, bellezza e una marea di alberi ma continua ad aver solo ragionieri e secondini. Buone feste a tutti. Buon Natale a chi importa.