Il 18 giugno 2024, con la sentenza n.1524, il TAR veneto ha accolto il ricorso che la società Adige Jewels presentò contro la bocciatura, da parte dell’assessora della precedente giunta, Ilaria Segala, della proroga del PUA (Piano Urbanistico Attuativo) richiesta dalla società proprietaria dell’area.
Dopo questa sentenza favorevole ai costruttori, sarebbe opportuno che la giunta Tommasi si opponesse alla cementificazione di una zona ambientalmente pregiata, a pochi metri dall’Adige, confinante con la campagna, dove esiste ancora uno dei rari casi di rapporto senza soluzione di continuità tra il terreno coltivato e le rive del fiume. La zona è, in parte, dichiarata esondabile.
Ci sarebbero ancora i termini per l’appello al Consiglio di Stato, che dovrebbero scadere il 17 settembre 2024.
Ma, purtroppo, leggendo la sentenza del TAR, pare che il diniego alla proroga del PUA sia stato mal motivato ed emerge una grave contraddizione del Comune: poche settimane prima del diniego, aveva approvato i progetti delle opere di urbanizzazione e sollecitato la società a versare la terza rata relativa alla monetizzazione delle aree di urbanizzazione secondaria.
Questo elemento di contraddittorietà sembra rappresentare un ostacolo ad un eventuale appello del Comune al Consiglio di Stato.
Da considerare che le recenti esondazioni potrebbero sottoporre l’area ai vincoli del piano regionale PRGA e renderla inedificabile.
Nelle aree di pericolosità idraulica è vietato realizzare interventi edilizi e tutti gli strumenti urbanistici devono adeguarsi.
Sino ad oggi, non si conoscono la difese del Comune, ma si spera che la pubblica amministrazione metta in atto tutti gli strumenti a sua disposizione per evitare l’ennesimo sfregio all’ambiente, al paesaggio e all’equilibrio urbanistico e idrogeologico del territorio.
Giorgio Massignan (Veronapolis)